Per tre giorni il teatro di Documenti di Roma ha ospitato “Cucina buona in tempi cattivi”. Il lavoro di ampissimo respiro e di alta qualità porta in scena un bellissimo esempio di regia e recitazione, due elementi che in questo caso contribuiscono a sostenere un testo altrettanto singolare. Autoprodotto da un gruppo di giovanissimi, lo spettacolo merita di essere riproposto quanto prima
Quando nell’inverno del 1940 Benito Mussolini tenne il tristemente famoso discorso alla nazione chiudendo con enfasi: “Spezzeremo le reni alla Grecia!”, migliaia di giovani ragazzi furono costretti a lasciare le proprie case e le proprie famiglie per entrare nell’esercito. Tra questi ci fu Guido, giovane cuoco abruzzese che pur non trovandosi mai a combattere in prima linea grazie alle proprie competenze culinarie, farà ugualmente di tutto per fuggire dall’orrore della guerra e tornare a casa dalla propria famiglia e nella propria cucina.
Il lavoro firmato da Francesco Battaglia è chiaramente una pagina di teatro realizzata con una volontà onesta e tangibile e l’esigenza di comunicare: scritto senza dubbio con le migliori intenzioni, il copione di “Cucina buona in tempi cattivi” centra tutti i bersagli e diventa uno spettacolo di ottima qualità.
Le scene si susseguono seguendo dei tempi molto poco convenzionalmente teatrali, questo però conferisce alla rappresentazione un’identità unica che ne esalta ancora di più lo spessore oltre a renderla a suo modo versatile e al di sopra dei generi: di fatto il pubblico non ha motivo né tempo per annoiarsi, al contrario, l’azione scorre veloce e dinamica di pari passo alla narrazione drammaturgica.
Il merito di questo è della regia di Matteo Finamore che dimostra di avere un occhio contemporaneo e una visione del teatro assolutamente personale e fuori dagli schemi: la direzione di Finamore riesce infatti a mantenere costante l’attenzione degli spettatori anche a fronte di un copione che si appoggia su un intreccio non particolarmente complesso; il giovane e capace regista costruisce una messinscena articolata e sofisticata, dimostrando anche l’intelligenza di saper usare con mestiere lo spazio scenico a disposizione.
I quattro attori protagonisti sono tutti bravissimi e, oltre a portare in scena un’eccezionale performance nella molteplicità dei ruoli che ricoprono, eseguono anche una prestazione puramente fisica che, nonostante l’evidentissima fatica che si appropria di ognuno di loro, non li fa cedere neppure un attimo ma li accompagna a concludere lo spettacolo con una prova potente e piena di sfumature.
Gabriele Amoroso
Foto Simone Galli
Teatro di Documenti
dal 13 al 15 giugno
Cucina buona in tempi cattivi
di Francesco Battaglia
regia Matteo Finamore
con Andrea Carriero, Lorenzo Guerrieri, Paolo Madonna e Sara Giannelli
costumi Giulia Menaspà
produzione Fucina Zero
Fonte: Brainstorming culturale
Link articolo: https://www.brainstormingculturale.it/